venerdì 29 giugno 2018

Una valigia piena di figure - dal blog Topipittori


Una valigia piena di figure

[di Monica Monachesi]
Un Paese senza nome, molti Paesi senza nome quelli dei tanti migranti, rifugiati, persone, creature in cammino per attraversare acque, terre, distese interminabili segnate da confini, per rifugiarsi nel mondo, in cerca di protezione e di un’altra possibilità.
Da un Paese senza nome è il progetto di Francisca Yañez che da sempre, è impegnata nella testimonianza attiva, attraverso l’illustrazione e l’arte.

Una mostra, un racconto d’infanzia in prima persona, un laboratorio che viene fuori da una valigia piena di figure e passaporti, per ascoltare, riflettere, confrontare e infine: esprimere.
Allestimento di Un Paese senza nome a Le immagini della fantasia 35, Sàrmede ottobre 2017 – gennaio 2018.
La storia di Francisca Yañez comincia così, cone le parole scritte in questo passaporto:


Pagine di passaporto esposte in mostra.
Fu un gesto di amore, quello dei suoi famigliari, di rispetto e tutela di un mondo interiore, molto prezioso, soprattutto in quella situazione di esilio.


Ma torniamo a noi, e alla mostra di Francesca. Per chiudere, avevamo in mente un gran finale.


Dipinto su legno di Giuseppe Braghiroli.
Una parete brulicante di occhi profondi e un’altra che srotola distese di cammini su cui questi occhi si sono posati o si poseranno. I loro occhi, i nostri occhi.
Parete di Francisca Yanez.


Parete di Giuseppe Braghiroli.
Rifugiarsi nel mondo da un Paese senza nome. è lo sviluppo di tutto ciò che ho raccontato fin qui, nato dalla nuova amicizia, dal dialogo tra due illustratori e soprattutto dall’invito di Un-Type a Parma.
Francisca Yáñez, invita a interrogarci sui destini di tante figure in viaggio, come fa pure Giuseppe Braghiroli che invita a un contatto con la dimensione interiore dei tanti viaggiatori, ma in loro assenza.

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giovedì 14 giugno 2018

Rifugiarsi nel mondo da un paese senza nome - Mostra

A Parma da Un_type, un posto unico dove ho potuto dialogare con le opere di Francisca,
su un tema che mi è caro.





Francisca Yáñez e Giuseppe Braghiroli dialogano attorno al viaggio di chi si porta la vita in una valigia, se è fortunato ad averla.

A cura di Monica Monachesi


Un Paese senza nome, molti Paesi senza nome quelli dei tanti rifugiati, persone, creature che attraversano terre, paesaggi, distese interminabili, segnate anche da confini, per rifugiarsi nel mondo in cerca di protezione e di un’altra possibilità.

Francisca Yáñez è una nota illustratrice cilena e questa mostra, dedicata ai destini di tante figure in viaggio, prende ispirazione dalla sua esperienza di esule dal Cile di Pinochet.

Giuseppe Braghiroli, illustratore di Parma, attento all’orizzonte umano e già ospite di Untype con la mostra Ombra Santa, invita a un contatto con la dimensione interiore dei tanti viaggiatori, ma in loro assenza.

Orizzonti in bilico in cui tutto può precipitare o scenari bellissimi di natura che rifiorisce senza sosta? Una parete brulicante di occhi profondi e un’altra che srotola distese di cammini su cui questi occhi si sono posati o si poseranno. I loro occhi, i nostri occhi.
Rifugiarsi nel mondo da un Paese senza nome è un esercizio di memoria storica e personale, un’opera che può viaggiare con facilità: tutta la mostra può essere contenuta in una piccola valigia, in un bagaglio a mano, e pesa meno di un chilo.